Sempre più sentita l’esigenza dell’ottico-optometrista di acquisire nuove competenze, non solo specialistiche ma anche trasversali e attitudinali. In uno scenario che vede numeri in crescita sulla vista fragile e in un momento di emergenza sanitaria e incertezza economica, la formazione si conferma una strategia fondamentale per lo sviluppo del settore e per la specializzazione dei professionisti della visione.
Genova, 12 novembre 2020 – Sono passati due mesi esatti dal webinar di presentazione di “αcαδemiα FONDA” e il risultato è già un successo. Cinquanta i partecipanti provenienti da tutt’Italia, con esperienze e conoscenze differenti ma un unico obiettivo: diventare i primi Healthy Vision Ambassador e poter così, forti delle competenze acquisite nel percorso che si completerà a giugno 2021, rispondere alle esigenze delle persone con vista fragile.
Un tema complesso, quello della vista fragile, che nel percorso formativo di αcαδemiα FONDA viene sviscerato e affrontato sotto molteplici punti di vista. Gli iscritti ne hanno colto fin da subito la trasversalità, comunicandola sul forum che hanno a disposizione per scambi e confronti reciproci.
Ecco alcuni esempi:
«Nel proporre una soluzione ottica a una persona con vista fragile, quanto conta la competenza tecnica e quanto gli aspetti psicologici nella relazione?»
«È importante riempire questo vuoto formativo e che ci sia una maggiore collaborazione tra le varie categorie professionali, in un lavoro di equipe rispettoso delle diverse competenze e dei diversi ruoli».
«Intraprendere questo percorso significa, per me, non disattendere le attese dei clienti e fornire tutto il necessario per aiutarli a scoprire nuove forme di visione ed agevolare i loro compiti quotidiani».
La platea dei primi 50 aspiranti Ambassador – la figura forte di competenze tecniche specialistiche e di una conoscenza multidisciplinare del benessere visivo – è composta da 21 donne e 29 uomini, provenienti da 16 regioni italiane. Quest’ultimo dato evidenzia quanto il tema della vista fragile sia universale, sentito in tutte le aree geografiche, confermandone l’importanza e l’esigenza di formazione specifica.
Il Modulo 1, iniziato il 5 ottobre, tratta il tema Cosa è l’ipovisione, o meglio chi è l’ipovedente e quale è la sua esperienza.
Il 3 novembre gli iscritti hanno avuto la possibilità di relazionarsi con il responsabile del modulo, nel primo dei quattro incontri digitali previsti a integrazione del percorso didattico e pensati per offrire uno spazio di confronto tra i discenti e i docenti.
Relatore del primo Incontro digitale è stato il Dottor Gianfrancesco Maria Villani, medico oculista, coordinatore del Centro Riabilitazione Ipovedenti e Microperimetria – CRIM di Verona e responsabile del modulo 1, che ha approfondito aspetti già affrontati dai discenti nei contenuti online e dato riscontro alle molte domande poste dai partecipanti, sottolineando ancora una volta, in prima battuta, l’importanza di creare network territoriali.
«Una delle prime risorse di fronte alla complessità di una persona ipovedente è poter creare una rete di contatti multidisciplinari ciascuno con la specificità della sua competenza professionale. Il modulo 1 deve ancora concludersi, tuttavia sono già emerse due parole chiave nell’approccio al paziente ipovedente: la “rete”, per una visione multidisciplinare e il l’ipovisione intesa come percorso da affrontare passo dopo passo, con lo specialista più adatto al momento».

L’avvio del Modulo 2 – Approccio alla persona con Vista Fragile – è previsto per il 7 dicembre. Il modulo affronta una delle parti più delicate della professione: la relazione efficace con la persona con vista fragile. Responsabile di questo modulo è Fabrizio Bracco, psicologo del lavoro e delle organizzazioni e Professore presso l’Università di Genova.
Nel frattempo αcαδemiα FONDA continua il suo percorso con contenuti didattici aggiornati settimanalmente e curati da professionisti delle diverse discipline e settori, perché, come specifica Michele Jurilli, CEO di FONDA, «La vista fragile è una condizione visiva che, a causa dell’invecchiamento della popolazione, interessa e interesserà un numero sempre più elevato di persone e lavorare in questo settore significa, per l’ottico optometrista, e per le altre figure professionali coinvolte, creare una fitta rete di competenze trasversali, che possa sostenere il paziente durante ogni passo del suo percorso».
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